Brucchi: "Costituzione sempre attuale, non teme sfide"

TERAMO – E’ ispirato alla forza della carta costituzionale e ai valori che esprime il tricolore il discorso che il sindaco Maurizio Brucchi ha tenuto in occasioni delle celebrazioni ospitate a Piazza Martiri per la Festa della Repubblica: "un’opportunità per riproporre a tutti i cittadini, il senso dell’impegno civile cui ciascuno è chiamato". Questo il testo integrale:

"Il mio saluto e quello della città di Teramo, sono innanzitutto rivolti alle autorità civili, militari e religiose qui presenti per la celebrazione della Festa della Repubblica.

Una celebrazione che, in questo 2011, avviene in felice coincidenza con il 150° anniversario della Unità d’Italia.  Molte sono state le occasioni per mezzo delle quali si è sottolineata, a livello locale e nazionale, tale ricorrenza e con forza è emerso un rinvigorito senso di appartenenza al nostro amato ma anche travagliato Paese. Oggi, la consueta celebrazione della Repubblica, oltre a reiterare una tradizione istituzionale consolidata e sentita, può e deve ispirarsi allo stesso diffuso sentimento prodotto dalle manifestazioni per il 150°, infondendo in ciascuno di noi i medesimi impulsi che ci legano e che sono mirabilmente espressi nel Tricolore.

Il 2 giugno del 1946, gli italiani scelsero la Repubblica. La scelta referendaria di quel giorno, ci ha consegnato un Paese democratico, nel quale siamo cresciuti, immersi innanzitutto nella libertà. Da quella data, si è sempre più affermato il vincolo tra lo Stato e i cittadini, che si sono concepiti, per la prima volta, non più sudditi. Quel vincolo trovò la sua sostanza nella Costituzione Repubblicana, che sanciva i diritti e i doveri di ciascuno, dei gruppi, delle istituzioni, e che fu la più alta espressione e sintesi delle idee, delle attese, delle speranze e delle prospettive. Quella Costituzione, con poche modifiche, è ancora oggi la legge fondamentale che regola la vita pubblica e istituzionale dell’Italia. La Costituzione – la Repubblica che oggi celebriamo – ha consacrato sentimenti, speranze, valori radicati in tutti gli italiani. In essa sono scolpiti i pilastri della nostra democrazia

La classe dirigente dell’epoca, adottò scelte di profonda intelligenza politica ed istituzionale, il cui scopo, in un processo allora in divenire e oggi riaffermato proprio con le celebrazioni del 150°,  era di favorire percorsi di unificazione nazionale sulle basi della pacificazione civile, della concordia e dell’unità. E se l’Italia è oggi tra i primi paesi nel mondo per qualità dell’apparato istituzionale e sensibilità della vita sociale, ciò lo si deve principalmente alla sua Costituzione, che ha saputo interpretare le esigenze della Nazione.

La profonda aderenza della Carta al sentimento e alle attese della Nazione, dimostra una vitalità e una attualità che non temono integrazioni o modifiche, ed anzi proprio per lo spirito da cui è intrisa, le favorisce. In questa ottica, credo che la parte della Costituzione dedicata all’ordinamento della Repubblica, debba adeguarsi ai profondi mutamenti intervenuti nella struttura del nostro sistema istituzionale e sociale. Dagli anni della nascita della Repubblica ad oggi, molto è cambiato; pensiamo solo ai mutamenti più recenti:  la globalizzazione dei mercati, i grandi flussi migratori, le innovazioni tecnologiche, produttive e infrastrutturali, il mercato del lavoro così radicalmente mutato; tutto questo ha bisogno di regole di base, che la nostra Costituzione deve individuare. E, ancora, ritengo che essa debba segnare le tracce anche in risposta all’esigenza di completare e integrare la riforma dello Stato in senso federale.  Insomma, per continuare ad essere attuale, la Carta deve rispondere a nuove sfide.

Celebrazioni come quella odierna, possono offrire lo spunto per avviare o proseguire la riflessione su scelte dalle quali dipende il grado di libertà e di giustizia sociale su cui è costruita – lo dicevo in apertura –  la nostra convivenza civile.

E’ compito delle istituzioni assicurare diritti e doveri, anche in momenti di particolare difficoltà economica e sociale come quelli che viviamo. Le amministrazioni, quindi il Governo nazionale e le articolazioni locali ciascuno per propria parte, devono far giungere un concreto sostegno innanzitutto a chi, più debole, vive con minore difesa la difficoltà delle condizioni di vita.

Anche la città di Teramo, laboriosa e storicamente votata alla cultura ed alle arti, sta affrontando tali difficoltà, rispondendo ad esse con coraggio e determinazione. La forza delle istituzioni si misura nella capacità di salvaguardia dei cittadini, da realizzare con le forme e le attribuzioni specifiche. La classe dirigente ha la responsabilità di assicurare le tutele e di impegnarsi per garantire il futuro delle giovani generazioni; ritengo che per ottenere risultati positivi, sia necessario accantonare particolarismi e appartenenze, per individuare e provare a percorrere una traiettoria capace di dare risposte. 

La Festa della Repubblica, commemorazione storica e occasione di grande riflessione, offre utile opportunità per riproporre a tutti i cittadini, in ragione del ruolo  dell’impegno civile cui ciascuno è chiamato, il tema dell’attuazione dei principi costituzionali, che trovano nella democrazia e ella libertà i pilastri e l’attuazione.

Viva l’Unità dell’Italia, Viva la Repubblica".